E' il 18 gennaio, Paolo ed io ci troviamo a Puente del Inca. E' l'ultimo avamposto abitato a circa 6/7 km dall'ingresso del Parco Aconcagua. Ieri notte pioveva quindi abbiamo preferito dormire in un piccolo ostello sperando che la mattina risplendesse il sole. Niente affatto, il cielo plumbeo non lascia spazio a speranze, pioviggina. Ma non possiamo certo restare fermi.
Di buon mattino ci mettiamo in marcia verso l'ingresso. Li ci controllano i permessi di accesso e ci consegnano dei sacchetti di spazzatura che dovremo consegnare all'uscita con i nostri rifiuti, pena multe salatissime. Mi piace che ci siano regole severe a salvaguardia delle risorse ambientali. Mi piacciono questi Argentini.
Penso che forse i nostri consiglieri regionali dovrebbero farsi tutti un bel trekking verso l'Aconcagua, tornerebbero migliori. Andando via dall'ostello, questa mattina, abbiamo lasciato i soldi del nostro pernotto, sotto il cuscino dove dormiva beatamente uno dei gestori. Non che fossimo partiti a notte fonda ma qui non si danno troppa pena per il lavoro, il Messico non è poi così lontano. Sbrigate le formalità di ingresso, carichiamo sulla schiena i nostri bei 32 kg di zaino e ci incamminiamo verso le montagne. Una valle non troppo verde contornata da alte colline e sullo sfondo cime più elevate. Il sentiero è ondulato e alterna alcuni tratti in salita ad altri in pianura. Comunque nel complesso dobbiamo salire. Quando dopo circa 6/7 ore arriviamo al primo campo di Confluencia ci troviamo a 3400 mt. Qui troviamo un altro posto di controllo. Anche qui controllano i permessi e registrano il nostro passaggio. Ora andiamo a montare la tenda e prepararci da mangiare. Il terreno è sassoso. Non abbiamo bisogno dei picchetti per ancorare la tenda. E' consigliabile usare le pietre, il vento da queste parti può essere piuttosto forte. il resto della giornata trascorre nella sistemazione del campo, approvvigionamento di acqua, cucina ect ect. Io non sto troppo bene. Ho mal di testa e nausea, non riesco a mangiare niente. Il mio compagno mi rimprovera, dice che sono andato troppo veloce, ho forzato l'andatura e secondo lui sto male per questo. Così mentre lui cena, io prendo una tachipirina, ho freddo e la nausea aumenta. Quando cala la notte al campo si fa festa, si sente musica e schiamazzi. Comprenderemo solo l'indomani che oggi è l'ultimo giorno del turno dei volontari che lavorano al parco (un medico, una guardia del parco e due assistenti), infatti la mattina seguente arriva un elicottero che porta i nuovi volontari e porta via gli altri. La musica non mi disturba più di tanto......in ogni caso non dormo. Verso le 3 del mattino, nonostante non abbia cenato, la nausea si trasforma in conati e aprire il sacco a pelo, la tenda ed uscire nel buio gelido si trasforma in una corsa contro il tempo. Rientro nella tenda, il compagno sembra non essersi accorto di niente, beato lui penso. Sto meglio ma ho ancora mal di testa. Prendo un'altra tachipirina e finalmente il sonno mi conquista.