La giornata, come capita di rado, era splendida e la meravigliosa vista, dalla vetta dell'Aconcagua, mi ha fatto dimenticare in un solo secondo i disagi e le fatiche patite. L'alpinista con il caschetto viola, che si vede nella prima foto, è un Argentino di nome Oscar, chiamato "il Comandante" dagli amici, al quale credo di aver salvato la vita qualche centinaio di metri sotto la vetta.
Causa feroce stanchezza è scivolato su un ripido pendio, senza che la guida che lo accompagnava si accorgesse di niente (infatti si trovava avanti a lui di almeno 15 metri), io che mi trovavo sotto di lui son riuscito a bloccarlo buttandomici sopra. Se non avessi fermato quella caduta, credo che l'avrebbero ritrovato direttamente al campo base 2500 mt più in basso. Credo fosse così stanco, così "al limite" da non essersi nemmeno reso conto del rischio corso. Se ne è, invece, subito reso conto la sua guida che non finiva di ringraziarmi. L'episodio mi ha fatto molto riflettere su quanto, a volte siamo superficiali, nel valutare la nostra preparazione, tanto da non accorgerci di superare pericolosamente quel labile confine dato dalle nostre possibilità e capacità. La Montagna non tollera errori del genere ed il prezzo che fa pagare è spesso altissimo. Chiunque vada in montagna sa di dover correre dei rischi ma lo sforzo dovrebbe essere quello di aumentare la nostra consapevolezza e la capacità di fare marcia indietro.